Rischi derivanti dall’uso di derivati della Cannabis

L’Associazione Scientifica Gruppo Tossicologi Forensi Italiani (GTFI) intende manifestare una forte preoccupazione, e pertanto richiamare l’attenzione della collettività, sui rischi derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti, principalmente delle cosiddette “droghe leggere” in particolare i derivati della cannabis.

Questo anche in riferimento alla dichiarazione italiana a margine della 66esima Sessione della Commissione Stupefacenti delle Nazioni Unite [1].

Giova ricordare che, ad oggi, i derivati della cannabis sono frequentemente caratterizzati da elevata potenza (percentuali di THC anche del 30 – 50%) [2],[3],[4],[5] e da una concomitante diminuzione del contenuto di cannabidiolo (CBD), in grado di mitigare gli effetti del THC sul sistema nervoso centrale.

I pericoli legati all’uso della cannabis, principalmente in giovane età, sono ampiamente descritti nella letteratura scientifica nazionale e internazionale, e vengono quotidianamente osservati da chi a vario titolo è convolto nella valutazione/osservazione/attestazione dell’uso di sostanze psicoattive, con finalità di tipo clinico, amministrativo, o forense. Il GTFI desidera evidenziare tali pericoli, sottolineando inoltre la loro frequente sottovalutazione, purtroppo pericolosamente diffusa in taluni ambiti della società.

I principali effetti indotti dalla cannabis sul sistema nervoso centrale, così come evidenziato dalla letteratura internazionale, collegati al precoce utilizzo ed alla elevata potenza, sono costituiti da modifiche delle strutture cerebrali, dimostrate mediante tecniche di neuroimaging, con conseguente compromissione delle capacità funzionali e cognitive a lungo termine. Le funzioni coinvolte sono l’attenzione, il processo decisionale, l’apprendimento verbale e la memoria, i processi di orientamento spaziale. Sono inoltre riportati rischi di manifestazioni psicotiche, anche a seguito del primo utilizzo della sostanza, slatentizzazione di patologie psichiatriche, crisi di ansia, episodi di autolesionismo [6],[7],[8],[9],[10],[11],[12].

I rischi del consumo di Cannabis sono tanto maggiori quanto più precoce e frequente è l’inizio del consumo, con possibile compromissione del regolare sviluppo del cervello ancora in fase di crescita, in base alla possibile permanente modifica dei circuiti neuronali di specifiche aree cerebrali. Ciò può tradursi in deficit cognitivi e basso QI, scarsi risultati scolastici, minore motivazione all’impegno, bassa autostima [13],[14].[15],[16],[17],[18].

Sono riportati in letteratura anche possibili gravi effetti a livello del sistema cardio-vascolare come infarto del miocardio, aritmie, ischemie [19],[20].

La pericolosità della cannabis può iniziare in epoca prenatale. Il principio attivo tetraidrocannabinolo (THC) è una molecola lipofila e come tale può facilmente attraversare la barriera placentare. Pertanto, il suo consumo in gravidanza può determinare alterazioni dello sviluppo neuronale fetale, determinare alterazioni sul neurosviluppo fetale che si possono ripercuotere nello sviluppo e nel comportamento dell’adolescente [21],[22].

Un aspetto che desta estrema preoccupazione nella comunità scientifica è rappresentato dall’elevato rischio di coinvolgimento in incidenti stradali a seguito dell’assunzione di cannabis, in eventuale associazione con altri stupefacenti o alcol. Gli accertamenti tossicologico-forensi, effettuati a livello internazionale, o nazionale con il concorso dei laboratori afferenti al GTFI, dimostrano che, dopo l’alcol, il THC è la sostanza psicotropa più frequentemente rilevata, assieme alla cocaina, nei campioni ematici dei conducenti coinvolti in incidenti stradali e positivi per sostanze psicoattive.Gli effetti negativi della cannabis sulla performance psico-motoria sono identificabili in produzione di distorsioni visive, uditive, e spazio-temporali, compromissione della memoria e dell’attenzione a breve termine, perdita di controllo nei compiti complessi, rallentamento dei riflessi e peggioramento dei tempi di reazione, delle performance di attenzione multiple [23],[24].

Pertanto, il possibile uso indiscriminato di cannabis non può che condurre ad un incremento del rischio di incidentalità, con il doloroso carico di conseguenze sociali in termini di salute individuale e collettiva.

Pericoli analoghi sussistono infine in ambito di sicurezza dei luoghi di lavoro.

Alla luce degli effetti e dei rischi descritti appare quindi ancor più allarmante la continua esposizione, specialmente dei giovanissimi, a messaggi fuorvianti che, definendo la cannabis “droga leggera”,conducono alla riduzione della percezione dei rischi, alla normalizzazione e alla banalizzazione del suo consumo nonostante l’aumento della sua potenza e, di conseguenza, all’aumento dei danni associati al suo utilizzo [25].

Inoltre, sono sempre più frequentemente osservati, anche in Italia, gravi casi di intossicazione acuta da THC in ambito pediatrico, che richiedono ricoveri ospedalieri anche in terapia intensiva, causati dall’ingestione di porzioni di hashish lasciate incautamente incustodite da genitori dediti all’uso di cannabis. Pericoli analoghi sono rappresentati dalla crescente disponibilità di prodotti edibili (caramelle, gelatine, biscotti, dolci, bevande) contenenti THC ed altri cannabinoidi.

Nonostante sia possibile l’uso medico della cannabis, ciò non deve condurre all’errata convinzione che il THC sia un principio attivo innocuo e senza effetti collaterali. Come per ogni altro farmaco, anche per le formulazioni farmaceutiche a base di cannabis sono stati condotti studi di valutazione del rapporto rischio/beneficio, che per il trattamento di patologie particolarmente gravi e specifiche può essere a favore del beneficio. L’utilizzo ricreazionale della cannabis è invece sempre sbilanciato verso il rischio per gli effetti tossici, specie a lungo termine, della sostanza, e per i pericoli associati al suo utilizzo.

La corretta informazione, soprattutto dei giovani, è uno dei migliori strumenti a nostra disposizione per una efficace prevenzione dei rischi associati all’uso di sostanze psicoattive in termini di salute individuale e collettiva.

L’informazione sui pericoli legati all’utilizzo della cannabis basata su dati oggettivi, che metta in guardia da posizioni, talvolta dettate da interessi commerciali, che tentano di farla apparire come “droga leggera”, è un dovere etico di chi si occupa di scienza, di informazione, di salute pubblica.

Il Presidente GTFI
Sabina Strano Rossi

e il Consiglio Direttivo


[1] https://www.unodc.org/documents/commissions/CND/CND_Sessions/CND_66/Item_3_-_Italy.pdf

[2] Chandra, Suman et al. “New trends in cannabis potency in USA and Europe during the last decade (2008-2017).” European archives of psychiatry and clinical neuroscience vol. 269,1 (2019): 5-15.

[3] Dujourdy, Laurence, and Fabrice Besacier. “A study of cannabis potency in France over a 25 years period (1992-2016).” Forensic science international vol. 272 (2017): 72-80.

[4] Zamengo, Luca et al. “Cannabis potency in North-East Italy: A ten-year study (2010-2019).” Forensic science international vol. 317 (2020): 110556.

[5] Freeman, Tom P et al. “Changes in delta-9-tetrahydrocannabinol (THC) and cannabidiol (CBD) concentrations in cannabis over time: systematic review and meta-analysis.” Addiction (Abingdon, England) vol. 116,5 (2021): 1000-1010.

[6] Hines, Lindsey A et al. “Association of High-Potency Cannabis Use With Mental Health and Substance Use in Adolescence.” JAMA psychiatry vol. 77,10 (2020): 1044-1051.

[7] Albaugh, Matthew D et al. “Association of Cannabis Use During Adolescence With Neurodevelopment.” JAMA psychiatry, vol. 78,9 1–11. 16 Jun. 2021.

[8] Fischer, Benedikt et al. “Lower-Risk Cannabis Use Guidelines (LRCUG) for reducing health harms from non-medical cannabis use: A comprehensive evidence and recommendations update.” The International journal on drug policy vol. 99 (2022): 103381.

[9] Di Forti, Marta et al. “The contribution of cannabis use to variation in the incidence of psychotic disorder across Europe (EU-GEI): a multicentre case-control study.” The lancet. Psychiatry vol. 6,5 (2019): 427-436.

[10] Lorenzetti, Valentina et al. “Does regular cannabis use affect neuroanatomy? An updated systematic review and meta-analysis of structural neuroimaging studies.” European archives of psychiatry and clinical neuroscience vol. 269,1 (2019): 59-71.

[11] Malone, Daniel T et al. “Adolescent cannabis use and psychosis: epidemiology and neurodevelopmental models.” British journal of pharmacology vol. 160,3 (2010): 511-22.

[12] Vender, Simone et al. “Cannabis use and genital self-mutilation: an update of case reports.” Rivista di psichiatria vol. 50,3 (2015): 148-50.

[13] Broyd, Samantha J et al. “Acute and Chronic Effects of Cannabinoids on Human Cognition-A Systematic Review.” Biological psychiatry vol. 79,7 (2016): 557-67.

[14] Volkow, Nora D et al. “Effects of Cannabis Use on Human Behavior, Including Cognition, Motivation, and Psychosis: A Review.” JAMA psychiatry vol. 73,3 (2016): 292-7.

[15] S. Broyd et al., Acute and Chronic Effects of Cannabinoids on Human Cognition—A Systematic Review. Biological Psychiatry 2016; 79:557–567

[16] ND. Volkow et al., “Effects of Cannabis Use on Human Behavior, Including Cognition, Motivation, and Psychosis: A Review”, JAMA Psychiatry. 2016 Mar;73(3):292-7.

[17] Broyd, Samantha J et al. “Acute and Chronic Effects of Cannabinoids on Human Cognition-A Systematic Review.” Biological psychiatry vol. 79,7 (2016): 557-67.

[18] Volkow, Nora D et al. “Effects of Cannabis Use on Human Behavior, Including Cognition, Motivation, and Psychosis: A Review.” JAMA psychiatry vol. 73,3 (2016): 292-7.

[19] Yang, Peter K et al. “Nonmedical Marijuana Use and Cardiovascular Events: A Systematic Review.” Public health reports (Washington, D.C. : 1974) vol. 137,1 (2022): 62-71.

[20] Drummer, Olaf H et al. “Cannabis as a cause of death: A review.” Forensic science international vol. 298 (2019): 298-306.

[21] Willford, Jennifer A et al. “Effects of prenatal tobacco, alcohol and marijuana exposure on processing speed, visual-motor coordination, and interhemispheric transfer.” Neurotoxicology and teratology vol. 32,6 (2010): 580-8.

[22] Sharapova, Saida R et al. “Effects of prenatal marijuana exposure on neuropsychological outcomes in children aged 1-11 years: A systematic review.” Paediatric and perinatal epidemiology vol. 32,6 (2018): 512-532.

[23] Sevigny, Eric L. “Cannabis and driving ability.” Current opinion in psychology vol. 38 (2021): 75-79.

[24] Marcotte, Thomas D et al. “Driving Performance and Cannabis Users’ Perception of Safety: A Randomized Clinical Trial.” JAMA psychiatry vol. 79,3 (2022): 201-209.

[25] UNODCReport of the International Narcotics Control Board for 2022 https://www.incb.org/documents/Publications/AnnualReports/AR2022/Annual_Report/E_INCB_2022_1_eng.pdf