I presupposti

La Tossicologia Forense nacque in Italia per le necessità della perizia medico-legale in tema di lesività chimica con particolare riguardo alla fattispecie dell’omicidio mediante sostanze venefiche (veneficio). In questa ottica si motivarono quanti tra il 1800 ed il 1900 si dedicarono all’argomento compiendo ricerche per la determinazione qualitativa e quantitativa dei veleni in organi e liquidi biologici cadaverici. Ciò nonostante, in Italia questa disciplina non si cristallizzò esclusivamente alla ricerca del puro dato analitico ma affrontò il vasto problema della localizzazione, distribuzione ed eliminazione dei veleni, la loro metabolizzazione e, soprattutto, quello interpretativo nei casi di intossicazione sia sul vivente che nel cadavere. Sotto questo aspetto quindi la Tossicologia Forense fin dal suo nascere presentava una evidente dicotomia di finalità: quella puramente analitica e tecnologica e quella interpretativa, l’una prodromica all’altra.

I primi che si occuparono in tempi moderni di Tossicologia Forense o “Tossicologia Medico-Legale” – come era chiamata all’epoca – furono alcuni dei padri fondatori della Medicina Legale moderna: Angelo Fiori, Francesco Introna e Aldo Franchini pubblicarono nel 1962 la relazione presentata al 16° convegno della SIMLA del 1959 sul tema “Composti organici di sintesi ed attuali problemi della Tossicologia Medico-Legale”, dove dissertarono sui “Fattori variabili nell’avvelenamento da composti organici”, evidenziando come nella diagnosi di avvelenamento «……interviene una serie di fattori variabili, legati in parte alla natura ed alla dose del veleno, in parte alle reazioni dell’organismo all’introduzione dello stesso. Lo studio di queste variabili e la loro qualificazione rappresentano il fondamento della parte analitica della perizia medico-legale tossicologica e quindi la base della epicrisi diagnostica conclusiva”. La diagnosi medico-legale di avvelenamento viene quindi considerata nella sua complessità. Successivamente lo stesso Angelo Fiori nel suo famosissimo ironico articolo sulla sindrome di Leonardo da Vinci che talvolta affligge il medico legale evidenzia la necessità di dare valore alle specifiche discipline che afferiscono all’interno della medicina legale e che richiedono esperti specialisti nel singolo settore.

La necessità di strumentazioni analitiche sempre più all’avanguardia in grado di identificare anche tracce di sostanze assume un ruolo fondamentale nella diagnosi di avvelenamento, ma l’interpretazione del dato nella sua complessità è l’aspetto caratterizzante della Tossicologia Forense. La figura del Tossicologo Forense inizia a diventare indipendente, sia per la necessità delle conoscenze tecniche imprescindibili per svolgere la parte analitica, che per le successive fasi interpretative, con le necessarie conoscenze di farmacodinamica e farmacocinetica.

Nata dalla Medicina Legale, la Tossicologia Forense inizia quindi dagli anni ’70 a diventare una disciplina non più ancillare, ma paritaria con la Medicina Legale, con la quale continua ad operare in maniera complementare, per l’ottenimento e soprattutto per l’interpretazione del dato analitico, sempre più accurato e significativo.

La nascita del G.T.F. e dell’Associazione Scientifica

La necessità di costituire un sodalizio scientifico di quanti operavano nel settore della Tossicologia Forense fu sentita sin dall’inizio degli anni ’70 quando i tossicologi che operavano nelle Medicine Legali su tutto il territorio italiano iniziarono a riunirsi, dapprima informalmente nell’ambito dei congressi di Medicina Legale, successivamente in assemblea, fondando a Firenze, nel 1974, il Gruppo Tossicologi Forensi (G.T.F.) afferente alla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA). Al neoformato G.T.F. afferivano esponenti degli Istituti di Medicina Legale da tutto il territorio nazionale: Bari, Firenze, Macerata, Milano, Modena, Napoli, Palermo, Parma, Pavia, Roma, Torino, Verona, e successivamente da Brescia, Catania, Ferrara, Genova, Padova, Pisa, Siena.

L’esigenza per gli operatori nel settore specifico di costituirsi in un gruppo era motivata inizialmente dalla consapevolezza della necessità di dover confrontare e criticamente valutare le proprie esperienze e i dati emergenti dalle ricerche nelle singole sedi, e di porre le basi della disciplina universitaria.

Dopo alcune informali riunioni il Gruppo si è organizzato nel luglio 1975 con un proprio consiglio direttivo proponendosi compiti e finalità esclusivamente scientifiche tra cui potenziare ed aggiornare le proprie conoscenze in campo tossicologico-analitico e in campo tossicocinetico in ordine all’interpretazione del dato in senso biologico e statistico-epidemiologico.

Il Gruppo, dopo il primo decennio di attività, si è costituito legalmente come Associazione Scientifica con un proprio Statuto regolarmente registrato con atto notarile a Pisa nel maggio 1986 e modificato nel 2010, quando ha preso il nome di Gruppo Tossicologi Forensi Italiani (G.T.F.I.).

Ne fanno parte, come soci ordinari:

  • cittadini italiani residenti in Italia, laureati in discipline scientifiche con maturata e documentata esperienza, anche scientifica, di Tossicologia Forense, che operano nell’ambito delle Istituzioni Universitarie, Enti Pubblici, Servizio Sanitario Nazionale, ovvero strutture che si occupano di Tossicologia Analitica con finalità forensi;
  • specialisti in Tossicologia Forense e liberi professionisti con maturata e documentata esperienza

Annovera soci onorari, scelti fra personalità italiane o straniere, assurte a particolare rinomanza nel campo della Tossicologia Forense e/o Analitica o che si siano adoperate per l’affermazione della disciplina, e soci corrispondenti, scelti fra cultori, stranieri o italiani, residenti all’estero.

Gli sviluppi e il ruolo attuale della Tossicologia Forense

La nascita e lo sviluppo delle sezioni di Tossicologia Forense nei vari Istituti di Medicina Legale, che fossero dotate di strumentazioni analitiche sofisticate e sempre più aggiornate nonché di esperti qualificati, è divenuta nel corso degli anni una esigenza dettata dai vari campi di applicazione della materia che, nata come si è detto inizialmente per le esigenze di una singola fattispecie (quella del veneficio), si è trovata nel corso del tempo a dover intervenire in molteplici altri campi, quali:

  • la diagnosi di avvelenamento in tutti i casi di soggetti venuti a morte per sospetta intossicazione acuta, non necessariamente dolosa;
  • la diagnosi dello stato di intossicazione in atto nel caso di guida sotto l’effetto di alcol e stupefacenti, anche per la contestazione dell’aggravante nei reati di omicidio stradale e lesioni stradali;
  • la diagnosi dello stato di assuntore per i controlli sui lavoratori con mansioni a rischio per la salute di terzi;
  • la diagnosi chimico-tossicologica d’urgenza in corso di intossicazioni acute;
  • gli accertamenti per attestare l’assunzione di sostanze a scopo voluttuario (alcool, stupefacenti, farmaci psicotropi in genere) con varie finalità: rinnovo patenti di guida, affidamento minori, attestazione stato di tossicodipendenza;
  • la ricerca di sostanze incapacitanti somministrate a vittime di reati, sia a sfondo sessuale che a scopo di raggiro;
  • la determinazione quali-quantitativa di sostanze comprese negli elenchi dei prodotti ad azione stupefacente sui reperti sequestrati per conto dell’autorità giudiziaria;
  • le analisi su campioni biologici e sequestri effettuati per conto dell’autorità giudiziaria per l’identificazione di molecole ad azione dopante;
  • le ricerche tossicologiche non solo in ambito di lavoro o in ambito industriale ma anche nelle diverse problematiche eco-tossicologiche con finalità forense.

I dati epidemiologici e l’ampia casistica scaturiti da questa vasta gamma di esperienze costituiscono oggi l’ampio bagaglio scientifico-culturale della Tossicologia Forense che si trova così ad assumere un ruolo di rilevanza pubblica e sociale, per l’attualità dei suoi svariati campi di applicazione.

Fondamentale inoltre il versante dell’insegnamento disciplinare non solo in ambito universitario nei vari corsi di laurea di base e specialistici presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia come in altri (Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Chimica, Scienze Biologiche, Biotecnologie, Tecnici di Laboratorio Biomedico, Scienze Giuridiche), in varie scuole di specializzazione nonché nei corsi di perfezionamento e nei master post lauream ma anche in campo extrauniversitario, con la promozione di corsi di aggiornamento e di perfezionamento per altri operatori del settore.

Inoltre il Gruppo Tossicologi Forensi Italiani ha da sempre il compito di favorire la collaborazione scientifica con Enti ed Istituzioni sia a livello regionale che nazionale ponendosi sempre nella disponibilità, anche nelle figure dei singoli soci, per attività consulenziale di supporto a tutte quelle iniziative che lo Stato voglia promuovere, attraverso commissioni o organismi dei propri Ministeri, in campo tossicologico, anche in merito a problematiche legislative.

La promozione dell’attività scientifica nell’ambito disciplinare ed interdisciplinare è comprovata dai numerosi incontri, congressi e convegni scientifici, nazionali ed internazionali, che il Gruppo ha realizzato ed organizzato a scadenza periodica ed ai quali i soci hanno sempre attivamente partecipato.

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